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    AbcdEros

    Per alcuni, la democrazia sui social non è necessaria.

    RedazioneBy RedazioneGennaio 25, 2024Updated:Gennaio 30, 2024Nessun commento3 Mins Read
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    ABCDEros

    Un esempio lampante sono i bannatori seriali di Lega Salvini premier di Sesto San Giovanni: un commento non gradito o semplicemente non capito e sbam, porta in faccia. Sulla loro bacheca non puoi più commentare.

    Dal profilo della Vicesindaco Aiosa, quello di Instagram, io non sono ancora stato bannato e quindi, non ho perso nessuno dei suoi ultimi post. Diverse fotografie ritraggono le sedute di piazza Petazzi imbrattate da bestemmie e firme, più o meno sgargianti. Lo sfogo della Vicesindaco, comprensibilmente adirata per l’accaduto, finisce miseramente con quello che sembra un attacco politico a chi vorrebbe inserire l’educazione affettiva nelle scuole.

    Termina, infatti, con un perentorio: “ALTRO CHE EDUCAZIONE SENTIMENTALE!”. Cosa darebbe ai vandali, che immagino abbia individuato in età scolare, invece dell’educazione sentimentale, non è dato saperlo. La frase in maiuscolo e il punto esclamativo finale non promettono nulla di buono…

    Come riportato da “Il Sole24 ore”, secondo un rapporto UNESCO, solo dieci Paesi europei possono vantare percorsi di educazione affettiva e sessuale nelle scuole che non si limitino a spiegare ai ragazzi come funzionano gli apparati riproduttivi ma che prevedano un percorso di educazione affettivo relazionale completo, con insegnamenti trasversali incentrati su aspetti cognitivi, emozionali, fisici e sociali. L’educazione civica che, secondo la legge n° 20 del 2019, è materia trasversale “prevede la conoscenza e la comprensione delle strutture e dei profili sociali, economici, giuridici, civici e ambientali della società” quindi “non si tratta di un contenitore rigido, ma di una indicazione funzionale ad un più agevole raccordo fra le discipline e le esperienze di cittadinanza attiva che devono concorrere a comporre il curricolo…(di educazione civica, ndr) ” viene spesso percepita come un di più, una suppellettile dei programmi scolastici, che ruba tempo prezioso alle materie cosiddette vere o per la quale la maggior parte degli alunni e delle alunne sono sempre troppo piccoli. C’è anche l’educazione intesa come concetto più generale, quella di cui parlano i nonni, i genitori e fortunatamente, quando vengono ascoltati e non aggrediti, anche molti insegnanti.

    Forse ha prevalso la rabbia mentre l’esponente della Lista Di Stefano scriveva il post.

    Il Governo, capace di inventarsi il liceo del made in Italy, in un Paese in cui l’attenzione per le scienze umane è ridotta a lumicino, perché ritenute poco spendibili nella ricerca di un lavoro, non si capisce cosa intenda fare per arrivare all’obiettivo di educare ovvero ”promuovere con l’insegnamento e con l’esempio lo sviluppo delle facoltà intellettuali, estetiche e delle qualità morali di una persona”.

    Forse la portata dell’emergenza educativa che stiamo attraversando non è stata ancora ben compresa e la politica, soprattutto e sopra tutti, farebbe bene a dare alle scienze umane più valore, peso e attenzione. In un periodo così difficile, l’illusione che un’emergenza sociale possa essere affrontata con ALTRI strumenti anziché quello dell’educare “guidare, condurre a un livello di maturità sul piano intellettuale e morale” figli e, sempre più spesso, anche genitori, è quantomeno preoccupante.

    Eros de Noia

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