Caso Corsani, sindaco devi prendere posizione
EDITORIALE di Paolo Vino
Siamo davanti a una vicenda spinosa e delicata. Perché se da un lato esiste un’indagine della magistratura che accerterà eventuali responsabilità, dall’altro non si può non sottolinearne l’aspetto politico. Mi riferisco al caso che vede coinvolto Gabriele Corsani, l’ex sacerdote membro del consiglio di amministrazione della Fondazione La Pelucca, indagato per alcuni messaggi a sfondo sessuale nell’ambito del servizio che presta alla nostra casa di riposo. Lo ripeto, a scanso di equivoci, nessuna condanna sommaria, ma qui si parla di un personaggio che per un reato simile in passato era già stato condannato in primo grado e assolto in appello. E questo personaggio da quasi 10 anni è l’uomo ombra del sindaco Roberto Di Stefano, in qualità di consigliere e gestore delle attività del suo partito.
Non si sta parlando di un furto di caramelle, ma di comportamenti a sfondo visto i messaggi sessualmente deplorevoli nei confronti di due ragazzini che all’epoca dei fatti, sarebbe tutto accaduto nel 2024, avevano 15 e 16 anni. A quanto pare gli inquirenti avrebbero in mano prove e messaggi molto scottanti sulla vergognosa condotta di Corsani. Lasciamo pure che le indagini facciano il suo corso, ma nel frattempo è d’obbligo ricordare quanto il sindaco sia legato a Corsani e lo dimostra anche il fatto che nel 2019 l’ha messo pure a capo della Consulta delle associazioni, portandolo ovunque con sé in occasioni ufficiali, politiche, elettorali e perfino alla festa di San Giovanni. Di Stefano non può rimanere in silenzio e fare spallucce come se nulla fosse. Deve assolutamente prendersi le sue responsabilità, senza se e senza ma. Ci aspettiamo che chiarisca come possa aver dato fiducia incondizionata a questa persona; ci aspettiamo che chieda scusa ai sestesi per avere usato le istituzioni non come un patrimonio della città, ma come un qualcosa di suo e del suo partito; e ci aspettiamo che, in attesa che si faccia chiarezza, prenda le distanze da Corsani. O, se volesse continuare ad averlo accanto, in caso la magistratura accertasse che le accuse corrispondono al vero, poi sappia che ha una sola mossa da compiere: dimettersi. Insomma, finché è in tempo non si nasconda ed esca allo scoperto, dimostri rispetto per la fascia tricolore che ostenta ogni qual volta gli è possibile.
A Di Stefano vorrei fare una semplice domanda: lui che passa il tempo a preoccuparsi di come si comporta il sindaco Beppe Sala per poi criticarlo in continuazione sui social (manco abitasse a Milano) cosa avrebbe detto e scritto se una cosa simile a quella che vede coinvolto Corsani fosse capitata al braccio destro del collega meneghino? Se risponde “Niente” vince il premio Pinocchio 2025. Basta ipocrisia, si dimostri uomo e ammetta il suo fallimento nel gestire la cosa pubblica in maniera personalistica e autoreferenziale.
E già che ci siamo, anche il presidente della Pelucca e il consiglio di amministrazione si dimettano poiché a quanto pare non sono stati in grado di proteggere la RSA da questo scandalo inqualificabile. Aver sospeso adesso Corsani dal Cda non basta. Se non sanno valutare le persone (con un passato comunque chiacchierato) e se davvero non avevano intuito quanto stava accadendo, si facciano da parte, a partire dal presidente.
Lo stesso Corsani ha tenuto un comportamento riprovevole. Da circa un anno sapeva di essere indagato ed è andato avanti, come se nulla fosse, confermando un’indifferenza assurda. Ma con quale criterio vengono scelte persone di questo calibro per ruoli importanti e delicati della cosa pubblica?
Insomma, l’intera vicenda getta fango sulla nostra città e tutti si girano dall’altra parte. Invece di fare video con il gonfalone alle spalle, signor sindaco si scelga meglio i suoi amici di viaggio. Non è in vacanza, ma al governo di una città con una dignità immensa da sempre.