Avanzi di Bilancio, c’è molto poco di cui vantarsi
PUNTO DI VISTA
“Oltre sei milioni di avanzo” così il sindaco Roberto Di Stefano ha commentato tutto orgoglioso l’approvazione del Bilancio consuntivo 2024. Non è il primo anno che accade ed è una tendenza politica amministrativa che viene rappresentata come indice di buon governo. Ma è proprio così? No, assolutamente.
Un vecchio sottosegretario con la delega ai Comuni, personalità di spicco nei governi Berlusconi (quindi tutt’altro che di sinistra) molto attento alla finanza pubblica, ma con una visione politica amministrativa sulla centralità del Comune come espressione di uno Stato vicino e attento ai bisogni, nei vari incontri con le amministrazione locali a cui illustrava le sempre più ristrette finanziarie che decurtavano i trasferimenti agli enti locali, soleva ripetere un concetto che evidentemente a Di Stefano e alla sua giunta sfugge. Ed era questo: “La virtuosità dei Comuni non dipende dagli utili maturati, ma dalla quantità e qualità dei servizi che vengono erogati in base ai costi. Normalmente la produzione degli utili è dovuta alla restrizione dei servizi alle persone, spesso alla soppressione, molte volte accompagnata dalla riduzione del personale. Questa non è virtuosità, è malapolitica”.
Non c’è proprio null’altro da aggiungere, ma semplicemente da tenere bene a mente questo concetto, caro sindaco.