Un murales per Giulio e Mario, i fratelli Casiraghi
di “La Prof”
Sono caduti a distanza di poco più di sei mesi l’uno dall’altro. Il maggiore – classe 1899 – sotto il piombo nazifascista a piazzale Loreto il 10 agosto 1944. L’altro – di quattordici anni più piccolo – il 22 febbraio 1945 in combattimento in Valle Antrona, una delle aree più incontaminate di un lembo alpino di provincia piemontese (Verbano-Cusio-Ossola), ricordata nei libri di storia per l’esperienza della Repubblica Partigiana dell’Ossola. Da ottant’anni riposano vicini nel loggiato del “Monumento ai Deportati e Caduti della Seconda Guerra Mondiale” all’interno del nostro Cimitero Monumentale (“Vecchio”).
Molto si è scritto su Giulio e Mario Casiraghi, i fratelli cui è stato intitolato un importante asse viario cittadino. Lavoratori della Ercole Marelli, sono ricordati sul muro della casa natìa, all’altezza di via Marconi 191, perché “caduti per l’ideale di una patria libera in una migliore umanità”. Ora, nel cortile di quello stesso caseggiato, gli studenti del liceo artistico “Enrico De Nicola” – su propulsione e di concerto con la sezione locale dell’ANPI “340 Martiri” – hanno progettato, per essere realizzato nei prossimi mesi, un murales che ne onorerà il sacrificio.
Renderà così un altro, doveroso tributo allo spirito indomito di Giulio Casiraghi, tra gli animatori dello sciopero del marzo 1943 con l’ingegner Umberto Fogagnolo, anch’egli martire a piazzale Loreto, tumulato al Cimitero Maggiore di Milano (campo 64, “Campo della Gloria”); il nostro concittadino pagherà l’azione con un nuovo arresto (il terzo dopo quelli del 1930 e del 1935).
Dopo la caduta del fascismo e l’armistizio, Giulio Casiraghi raccoglie e distribuisce materiali di propaganda antifascista, oltre ad armi e approvvigionamenti per i partigiani. È arrestato il 12 luglio 1944, portato alle carceri di Monza, dove subisce tortura da parte delle SS, e quindi viene trasferito al penitenziario di San Vittore, da cui uscirà per condividere l’ultima destinazione con Domenico Fiorani e Renzo Del Riccio, ancora oggi vicini all’interno del già ricordato loggiato del Cimitero Monumentale cittadino.
Quanto a Mario Casiraghi, di eguale tempra, una dichiarazione del CLNA (il Comitato di Liberazione) “Ercole Marelli” ne traccia sinteticamente il profilo: appartenente alla 109° Brigata “Giulio Casiraghi”, tenace assertore del movimento clandestino aziendale, fu costretto a riparare in montagna una volta scoperta la sua attività sovversiva. “Nell’infelice tentativo di sganciarsi, durante un’azione di rastrellamento della SS tedesca, trovava gloriosa morte”.
La salma di Mario Casiraghi attese quella del fratello, riesumata presso il Cimitero Maggiore dove era stata posta subito dopo la fucilazione, presso la chiesa di San Giuseppe. Il 20 ottobre 1945 – dopo un corteo a Milano e la benedizione del feretro di tutti i martiri a piazzale Loreto – Giulio Casiraghi, Domenico Fiorani e Renzo Del Ricco presero infatti la strada di casa, verso Sesto San Giovanni, dove furono celebrati solenni funerali. Testimonianze fotografiche di quel momento sono disponibili presso l’ISEC, in Largo Lamarmora.