Conoscere le etnie, senza limitarlo alla religione
La scuola primaria Luini intraprende un percorso di conoscenza delle religioni che prevede anche la conoscenza fisica dei luoghi di culto, tra cui quello islamico. Apriti cielo! Il sindaco Di Stefano coadiuvato dall’ex compagna e madre dei suoi figli Silvia Sardone, da poco nominata vice segretaria della Lega, parte in quarta e sferra un’offensiva contro l’iniziativa che secondo la sua visione si inquadrerebbe all’interno di un progetto di islamizzazione dell’Italia, utilizzando i bambini che ne sarebbero vittime.
Si apre una cagnara indecente con post di ragionatori di pancia che occupano il profilo facebook del sindaco, che rivolgono accuse, epiteti e insulti alle maestre. A rispondere duramente, anche se civilmente, ci sono gran parte di cittadini e politici di centrosinistra che difendono a spada tratta la scelta. Insomma, una discussione tra sordi che rende muta la collettività.
Eppure basterebbe poco, molto poco. Un processo di conoscenza delle etnie è sempre positivo. Per essere tale deve svilupparsi nella conoscenza degli usi, costumi, cultura, storia e non può limitarsi solo alla religione, perché limita la visione ghettizzandola in un percorso confessionale che fa a cazzotti con la laicità di ogni Stato che è il pilastro della democrazia.
Discussioni, come queste semmai possono definirsi tali, accompagnate da scelte parcellizzate sono la degenerazione del confronto, non rendono giustizia a chi lavora per la conoscenza e lo sviluppo dell’uguaglianza fra tutti i cittadini.