Il candidato dell’opposizione dovrà incarnare la sestesità
L’estate è oramai entrata nel suo pieno e a ricordarcelo è il caldo che la sta facendo da padrone. Con queste temperature il principale desiderio sembra quello di arrivare alle tante agognate vacanze per riposarsi un po’, ricaricare le pile e ripartire con il miglior slancio possibile e il giusto entusiasmo a settembre. Tuttavia ci sono settori che non conoscono pause (e non possono conoscerle) e tra questi sicuramente c’è anche la politica. Sia da parte di chi amministra, che non dovrebbe mai fermarsi anche se a Sesto pare proprio il contrario (cioè che sia una vacanza perenne tanto è l’immobilismo e la mancanza di programmazione) che da parte delle forze di opposizione che hanno un duplice e importante compito. Da un lato vigilare sull’operato della giunta e della sua maggioranza per mettere in risalto tutte le note dolenti che di volta in volta emergono, e dall’altro quello di preparare una valida alternativa di governo. È vero che mancano ancora due anni alle amministrative, ma è giusto prendersi il tempo corretto per organizzarsi e non arrivare con il fiato corto, rischiando poi di dover raffazzonare una qualche decisione che potrebbe essere deleteria. Sarebbe imperdonabile.
Non è un segreto che le forze in campo abbiano iniziato i primi abboccamenti anche se con la massima cautela. Al momento si sono registrati incontri molto interlocutori, giusto per capire se c’è l’intenzione di trovare un percorso comune che sembra auspicabile. Personalismi e desiderio di coltivare solo il proprio orticello potrebbe essere un errore gigantesco e dopo aver consegnato la città per ben due mandati al centrodestra (anche se forse sarebbe il caso di dire destracentro visto come viene amministrata Sesto) non sarebbe accettabile. Si può, anzi, immaginare che nessuna delle forze in campo vorrà vedere governare l’attuale maggioranza per altri cinque anni.
Ecco perché le forze di opposizione si sono dati ancora qualche mese per compiere le riflessioni interne del caso. Dopodiché non si dovrà sarà più tergiversare più con la scusa che “intanto c’è tempo”, bensì mettere le carte in tavola, giocare in assoluta trasparenza, scegliere il candidato sindaco e intorno a lui costruire un progetto città credibile e alternativo a quello dell’attuale governo. Attenzione, però: mai come questa volta il candidato e il progetto città hanno importanza pari. Servirà una proposta sestese, una persona che la gente gli riconosca passione; una persona che conosca bene il territorio, ma soprattutto le dinamiche politiche che la città ha dovuto affrontare negli ultimi anni. Le scelte di pancia vanno evitate a favore di un nome che sia garanzia della tenuta della coalizione e che per i cittadini sia sinonimo di credibilità e non l’imposizione di giochini e giochetti che troppo spesso la politica ci ha costretto ad assistere. Solo in questo modo si potrà sperare di vedere un ritorno massiccio alle urne.
E poi c’è il progetto, altrettanto fondamentale. Sesto San Giovanni non può sbagliare nessuna scelta perché il futuro della città è davvero sul baratro. C’è necessità di un rilancio, di un riavvicinare la gente alla cosa pubblica, di creare comunità come Sesto è sempre stata in passato e che invece negli ultimi anni pare sia stata smarrita a favore di un individualismo e disinteresse imbarazzante. E poi i trasporti, l’ambiente, la viabilità, il commercio, le infrastrutture. C’è molto da programmare e la parola d’ordine è: vietato sbagliare scelte per superficialità o per ambizioni. Se non si ama Sesto, ma si ama la poltrona è auspicabile farsi da parte.