Ci sono e ci saranno sempre gli schiavi, che si sentono liberi solo quando il padrone di turno dà il permesso di scodinzolare la coda. Sono personaggi, anzi maschere imbruttite che non vivono ma vegetano. Finché si muovono nell’ambito di appartenenza, sono considerati eroi. Appena travalicano quell’ambito diventano la barzelletta del paese. Sono il paradosso dell’essere vivente, un concentrato di nulla elevato alla massima potenza. Tutto bene, si direbbe. Sì, tutto bene fino a quando non travalicano il proprio recinto. Il guaio è quando assumono, spesso con qualche decina di voti, ruoli pubblici. Ecco che allora diventano ridicoli. Essere ridicolo, occupando una carica pubblica è rappresentazione comica di un dramma. Il dramma di chi dovrebbe rappresentarci e che invece non riesce nemmeno ad essere originale nelle affermazioni che fa, ma semplicemente volgare.
